Se hai un racconto di montagna che vuoi condividere mandalo a: bergamaccio@gmail.com Nota Bene: La pubblicazione dei racconti inviati è a totale discrezione del webmaster IL RE DEL BOSCO di Matteo Bergamo  A chi non è mai capitato d'essere sorpreso a parlare con se stesso a voce  alta? E quando si viene scoperti ci si vergogna come ladri, ammesso che di  questi tempi i ladri si vergognino ancora, come se uno nascondesse dietro  quel costume chissà quale pazzia o riprovevole anormalità. Molti poi si  celano dietro scuse del tipo: "Stavo telefonando con un bluetooth integrato  nell'orecchio" e invece lo sappiamo benissimo che sono balle grosse così,  sarebbe più semplice e onesto dire che siamo nel mezzo di un dialogo con il  nostro "io metafisico". A me capita di parlare con il mio io soprattutto quando vado a funghi. Sono  fermamente convinto che, come me, lo facciano tutti i fungaioli che  affrontano da soli tante ore di cammino. Pensieri che diventano periodi  grammaticali, lunghi discorsi con se stessi, sottovoce o con un tono urbano.  Se uno trova un porcino da mezzo chilo o una fungaia popolosa è  impossibile che se ne resti silenzioso  davanti alla grazia svelata. E' più  naturale che se ne esca un paio di espressioni colorite tipo: "Che botta di  culo!" e segua poi una disanima dettagliata del porcino, se piccolo o grande, se sano o mangiato dai lumaconi e  il tutto esce dalla bocca senza che uno  neanche se ne accorga. Questa cosa è spiegabile dal fatto che a forza di  stare da soli si finisce col crearsi una sorta di alterego che ascolta con  grande interesse le proprie osservazioni e con il vantaggio che in questo  modo le proprie fungaie non vengono divulgate ad altri. Quando chiedo  come è andata al mio amico Bruno che spesso va a funghi con il suo cane  Pedro, lui mi risponde: "Bene, io e Pedro ce la siamo raccontata e piano  piano abbiamo trovato un paio di chili". Ce la siamo raccontata? Allora è  proprio vero. Anche l'homo fungaiolus è fatto per condividere la propria vita  con gli altri a tal punto da desiderare di voler scambiare due chiacchiere con chiunque, non importa se cani, faggi, porcini, la voce registrata del casello  autostradale o se stessi. Quando si entra da soli in un bosco inizia un dialogo, si prende un'intera  foresta e la si accoglie dentro l'anima, e con lei l'acqua fredda dei fiumi che  gela i denti, le carbonaie deserte dai muri diroccati, gli scoiattoli e i ghiri che  precipitano dai rami, le rupi scoscese, l'urlo  notturno della civetta, la fuga  improvvisa dei caprioli, la terra spaccata dai cinghiali, l'erba verde e  selvaggia scossa dal vento, la notte nera sotto i faggi altissimi. E se non si  trovano funghi ci si lamenta, perchè il bosco è troppo secco o troppo  bagnato, perché ha fatto vento o il terreno troppo ripido o sono già passati in cento in quel punto. Ma ecco che fatto qualche metro più in là si viene  subito smentiti da un bel porcino che cresce fuori da ogni apparente logica.  Ciò spiazza il nostro ragionamento. Il porcino nasce dove non te lo aspetti,  certo è più frequente nelle fungaie, ma cresce anche nei luoghi più impervi e  ogni volta che lo troviamo siamo colti da stupore come fosse il primo fungo  della nostra vita. Questo perché il porcino non è un fungo qualsiasi, ma il re  del bosco, sovrano di un reame stupefacente, effetto di una magia che non  ci stanca mai perché priva di trucco. Eppure è frequente incontrare nel  bosco funghi maciullati e rifiuti d'ogni genere: succhi di frutta, borse di  plastica, carte di merendine, filtri di sigarette, lattine, bottiglioni di vino,  gomme di trattore. Spesso è così forte il fastidio che provo a quella vista che infilo un po' di spazzatura nello zaino, pensando che se sono generoso con  il bosco prima o poi il bosco lo sarà con me. Io dico che non si va a trovare  un re e gli si lasciano in casa certe schifezze. Basterebbe solo parlare un  po' di più con se stessi a voce alta e stupirsi, ogni tanto… delle cose  semplici, che poi semplici non sono.  Racconti Il re del bosco nei boschi di Valditacca Il re nei pressi dei Lagoni