Elogio dei piedi (di Erri de Luca)
Perché reggono l’intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce
dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro
non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una
siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano
al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati
indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio
solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante
tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno,
viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di
morire scalciano in nome del corpo contro la morte.
tratto da Elogio dei Piedi di Erri de Luca
«Considero valore ogni forma di vita, la neve, la
fragola, la mosca. Considero valore il regno
minerale, l'assemblea delle stelle. Considero
valore il vino finché dura il pasto, un sorriso
involontario, la stanchezza di chi non si è
risparmiato, due vecchi che si amano.»
(Erri De Luca, Opera sull'acqua e altre poesie, Einaudi, Torino 2002)
Enrico De Luca detto Erri (Napoli, 20 maggio 1950)
è stato definito "lo scrittore del decennio" da
Giorgio De Rienzo, critico letterario del "Corriere
della Sera".
Dopo gli studi al Liceo Umberto, nel 1968, a
diciotto anni, raggiunge Roma, dove prende parte
a movimenti di estrema sinistra in seno a lotta
continua. Svolge numerosi mestieri in Italia ed
all'estero, come operaio alla Fiat, camionista,
magazziniere, muratore. Durante la guerra in ex-
Jugoslavia è autista di convogli umanitari destinati
alle popolazioni. Studia da autodidatta diverse
lingue, tra cui lo yiddish e l'ebraico antico dal quale
traduce alcuni testi della Bibbia. Pubblica il primo
romanzo nel 1989, a quasi quarant'anni: Non ora,
non qui. Riceve numerosi premi letterari e
collabora con diversi giornali. Arrampica, scrive di
montagna. Nel 2005 dopo una spedizione
himalayana con l'amica Nives Meroi pubblica il
libro “Sulla traccia di Nives”.
tratto da wikipedia
Pezzi d’autore