Se hai un racconto di montagna che vuoi condividere mandalo a: bergamaccio@gmail.com Nota Bene: La pubblicazione dei racconti inviati è a totale discrezione del webmaster Il cane di Manolo Sabato salgo sulla funivia del Rosetta, c'è un uomo con gli sci da telemark e  un cane. Un cane di media taglia, marroncino, non riconosco la sua razza,  probabilmente un bastardino.  E' tranquillo, intorno ci sono altre persone che rivolgono domande all'uomo. "Come fa il cane con tutta quella neve?"  L'uomo sorride, poi risponde: "Siamo noi che abbiamo dei problemi, questa  è casa sua". Lo conosco quell'uomo è il "Mago", alias "Manolo", al secolo  Maurizio Zanolla. "Caspita!", penso, non capita spesso di incontrare una  leggenda dell'arrampicata in grado di liberare un 9a a cinquant'anni.   La funivia arriva, usciamo fuori. Vedo che Manolo si ferma a parlare in slang  con l'addetto della funivia, questi gli allunga un paio di pelli di foca.  Probabilmente le ha dimenticate. Prova ad agganciarle agli sci, ma l'attacco  delle pelli ha un nodo, mentre gli sci in punta non hanno nessuna  scanalatura in cui incastrarlo. Allora cosa fa il Mago? Si fa dare un seghetto  e una lima e senza pensarci sega entrambi gli sci, e in quel pertugio creato  incastra a perfezione il nodo delle pelli. Mentre lo guardo incredulo, mi  scruta con la coda dell'occhio il suo compagno a quattro zampe. Sento che  sorveglia il suo padrone, con accenni d'impazienza, il profumo della neve  fresca arriva sin qui e immagino la sua smania di uscir fuori sull'altopiano. Certo che anche i cani, come gli umani, possono avere destini  completamente diversi. Non deve essere una vita di agi quella del cane il  cui padrone sperimenta il limite delle proprie possibilità. Poteva capitargli di  essere il cane di un pensionato di Alassio e la cosa più pericolosa che  poteva accadergli era di attraversare la strada che porta al supermercato.  Invece il cane di Manolo avrà imparato a fiutare i dirupi, ad arrampicare, a  fare sicura al padrone, a vagabondare scalzo per le Pale di San Martino fino all'esaurimento delle energie. Avrà imparato a conoscere i silenzi della  montagna, gli inverni lunghi e freddi. Quale soddisfazione però poter dire  agli altri cani: "io sono il cane di Manolo". Ma forse il cane non sa che il suo  padrone è tra i più grandi arrampicatori di tutti i tempi. E' possibile che si  accontenti semplicemente della sua compagnia, della libertà tra i monti e di  una cuccia calda.  Così li vedo sparire fuori traccia, nell'immensa distesa dell'altopiano della  Pale, il Mago e il suo cane come fossero una cosa sola, lontano da tutto e  tutti alla ricerca di una solitudine che assomiglia molto a qualcosa che  chiamiamo felicità.  Racconti Teo, scrivi in modo  meraviglioso... non avresti potuto  descrivere con parole migliori il  nostro incontro...  Monica Trabucco grande Matteo.  Martina Mora ...un po' a me piacerebbe essere  il cane di Manolo...  Chiara Cantoni  Manolo porta fuori il cane tre  volte al giorno a "fare la placca".  Anche se ho ancora un forte  prurito per avere preso la cabina  successiva (sembrava la scena  del film sliding doors) mi inchino  alla tua capacità di trasmettere  emozioni. Matteo Balocchi   ...ho letto estasiato!  Mirko Lanfranchi  Con Manolo all’uscita della funivia Rosetta (Matte Bergamo, Cristina Medioli, Monica Trabucco) foto di Monica Trabucco Manolo con il cane lungo l’altopiano. foto di Monica Trabucco