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Il cane di Manolo
Sabato salgo sulla funivia del Rosetta, c'è un uomo con gli sci da telemark e
un cane. Un cane di media taglia, marroncino, non riconosco la sua razza,
probabilmente un bastardino. E' tranquillo, intorno ci sono altre persone che
rivolgono domande all'uomo. "Come fa il cane con tutta quella neve?"
L'uomo sorride, poi risponde: "Siamo noi che abbiamo dei problemi, questa
è casa sua". Lo conosco quell'uomo è il "Mago", alias "Manolo", al secolo
Maurizio Zanolla. "Caspita!", penso, non capita spesso di incontrare una
leggenda dell'arrampicata in grado di liberare un 9a a cinquant'anni.
La funivia arriva, usciamo fuori. Vedo che Manolo si ferma a parlare in slang
con l'addetto della funivia, questi gli allunga un paio di pelli di foca.
Probabilmente le ha dimenticate. Prova ad agganciarle agli sci, ma l'attacco
delle pelli ha un nodo, mentre gli sci in punta non hanno nessuna
scanalatura in cui incastrarlo. Allora cosa fa il Mago? Si fa dare un seghetto
e una lima e senza pensarci sega entrambi gli sci, e in quel pertugio creato
incastra a perfezione il nodo delle pelli. Mentre lo guardo incredulo, mi
scruta con la coda dell'occhio il suo compagno a quattro zampe. Sento che
sorveglia il suo padrone, con accenni d'impazienza, il profumo della neve
fresca arriva sin qui e immagino la sua smania di uscir fuori sull'altopiano.
Certo che anche i cani, come gli umani, possono avere destini
completamente diversi. Non deve essere una vita di agi quella del cane il
cui padrone sperimenta il limite delle proprie possibilità. Poteva capitargli di
essere il cane di un pensionato di Alassio e la cosa più pericolosa che
poteva accadergli era di attraversare la strada che porta al supermercato.
Invece il cane di Manolo avrà imparato a fiutare i dirupi, ad arrampicare, a
fare sicura al padrone, a vagabondare scalzo per le Pale di San Martino fino
all'esaurimento delle energie. Avrà imparato a conoscere i silenzi della
montagna, gli inverni lunghi e freddi. Quale soddisfazione però poter dire
agli altri cani: "io sono il cane di Manolo". Ma forse il cane non sa che il suo
padrone è tra i più grandi arrampicatori di tutti i tempi. E' possibile che si
accontenti semplicemente della sua compagnia, della libertà tra i monti e di
una cuccia calda.
Così li vedo sparire fuori traccia, nell'immensa distesa dell'altopiano della
Pale, il Mago e il suo cane come fossero una cosa sola, lontano da tutto e
tutti alla ricerca di una solitudine che assomiglia molto a qualcosa che
chiamiamo felicità.
Racconti
Teo, scrivi in modo
meraviglioso... non avresti potuto
descrivere con parole migliori il
nostro incontro...
Monica Trabucco
grande Matteo.
Martina Mora
...un po' a me piacerebbe essere
il cane di Manolo...
Chiara Cantoni
Manolo porta fuori il cane tre
volte al giorno a "fare la placca".
Anche se ho ancora un forte
prurito per avere preso la cabina
successiva (sembrava la scena
del film sliding doors) mi inchino
alla tua capacità di trasmettere
emozioni.
Matteo Balocchi
...ho letto estasiato!
Mirko Lanfranchi
Con Manolo all’uscita della funivia Rosetta (Matte Bergamo, Cristina Medioli, Monica Trabucco)
foto di Monica Trabucco
Manolo con il cane lungo l’altopiano. foto di Monica Trabucco