Le montagne di Filippo di Filippo Sodano Salire... salire, migliaia di passi, decine di canzoni che accompagnano il  movimento, e nubi, tante in giro ancora, e neve e vento a soffiare silenzi e  svuotare la mente ... pensieri persi nel cielo del Vallese. Le stelle decorano  un soffitto troppo bello da raggiungere, sono dei sogni sparpagliati nel blu...  la luna che accompagna. Siamo in tanti alla base di questo lenzuolo,  splendido, immacolato, perfetto. E in 5 ci diamo il cambio battendo traccia  come fossimo un gruppetto in fuga per un traguardo vicino. È bello, mi  piace, dividere con loro la fatica, seguire i loro passi o indicarglieli... intanto i  colori prendono consistenza, i contorni delle vallate, profili di terre nel cielo  ancora slavato dal blu recente. Improvvisamente il colore inonda i pendii,  infuoca le rocce, mi sembra quasi di piangere...pazzesco, è 'solo' un altro  giorno che arriva... per qualcuno che ancora non è stanco di ascoltare... e  allora seguiamo la luce, inseguiamo creste lontane e arriviamo finalmente  su queste roccette. Vento teso. Gli altri tirano fuori armamentari, si  preparano per la cresta. Io li saluto. Ciao amici. Un segno vuol esser  preghiera lontana... e allora me ne vo... Filippo sulla Nord del Lenzspitze  PUNTA DUFOUR - SILBERSATTEL 4515m Canalone Marinelli - disliv. canale 2500 m; - quota part. 1900m  funivia Seggiovia Belvedere  - difficoltà 5.1 E2, 50°-55° per 200 m e 40-45° per 2300m   - Note: Discesa ormai mitica e spesso frequentata ma solo partendo dalla  Zumstein con elitrasporto. L'uscita diretta alla Silbersattel, a fianco della Dufour, viene  pochissimo ripetuta poiché richiede la risalita dal basso del canale e un tratto un po' più impegnativo all'uscita. Il Marinelli dal basso è comunque un viaggio, che richiede un  buon impegno fisico, buon rigelo e partenze notturne. Ne vale comunque la pena.  Cuore che batte,... un continuo rimbombo da ieri, da quando mi son perso in quel mare di pietre di ghiacciaio dopo aver preso l'ultima corsa della  seggiovia, di quando finalmente ho raggiunto quella Capanna, piccolo  rifugio fra migliaia di metri cubi di ghiaccio, rocce, profili, di ora che  veramente non ne posso più di trascinarmi su questi pendii infiniti. E allora  non so come ecco gli ultimi venti metri prima di sbucare su questo colle  disperso fa le alte vette del Rosa, il ghiaccio che affiora per fortuna per  pochi metri e poi crollo letteralmente su questo balcone di neve. Sono le  sette del mattino di una qualsiasi giornata, qualcuno è già incolonnato in  una qualche tangenziale, qualcuno si alza, già il lavoro, scuola...e invece  sono qui, veramente distrutto, nubi alte a velare il sole, luce soffusa intorno,  calma di vento; non ho nemmeno la forza di tirarmi su per quelle corde e  raggiungere la cima della punta Dufour. Riscendo i 20 m di ghiaccio e solite  operazioni: sci, picche, via i ramponi. Il pendio sotto la Silbersattel è  bellissimo con neve duretta, ma con buon grip, poi giù direttamente nel  Marinelli, con bella polvere a fianco dei seracchi, poi...le gambe vanno, la  neve peggiora, in pratica mi trascino fino in fondo al canale, e poi ancora  per quelle orribili pietraie e poi ancora nei boschi sino a Macugnaga. Il cuore batte lento ora...ciao ciao monte rosa.   Aiguille VERTE  4122m Couloir Whymper   - disliv. canale 800 m; - quota part. 1900m  trenino Montenvers Mer de Glace  - difficoltà 5.3 E3, 55° per 150 m, 50° per  600m   - Note: Canale ormai classico e ripetuto in questo fantastico vallone glaciale. Il  prezzo da pagare è una terminale a volte salata e la necessità di partire molto presto se  l'isoterma è alta. La discesè molto bella e ideale per lo sci di canale. ...la canzone gira nello stereo, la chitarra dei Coldplay lascia scie lunghe di  note, ... io continuo a pensare...frammenti di vita, istantanee impresse nella  memoria... Ora ricordo: Sono sulla cima della Verte, apro gli occhi, c'è luce  grande intorno anche se sono solo le 9,20 del mattino. E' più di un ora che  sono qui a prendere il sole e ... soprattutto ad aspettare che si scaldi quella  lastra gelata che era il Whymper poco prima; è strano, non ho mai atteso  così tanto in cima, ...mi viene in mente tanti anni fa, proprio la mia prima  nord, il Couturier, i primi di Aprile, le pareti secche, la discesa con doppie  infinite, l'arrivo a Cham a mezzanotte e alle 4 a Parma, ricordo la paura, e  soprattutto la stanchezza, infinita. Ora no sono solo e sto bene anche se  davvero non pensavo di arrivare sin quassù. Tutto è iniziato con una lunga  corsa in autostrada per non perdere uno straccio di funivia o treno o  quant'altro, mentre molto tranquillamente alla 16,10 la gentile signorina mi  comunica che le train fermè alle 16,00. Alle 16,30 da Chamonix inizio a  salire a piedi verso il couvercle, sperando di raggiungerlo almeno. Intravedo  i Drus e la Verte lassù e davvero mi pare impossibile... Continuo a salire,  migliaia di passi, gli ultimi sciatori della Valle Blanche, e poi la Mer de Glace,  lunga, lunghissima, sino ai ripidi pendii verso il rifugio. Sono le 8 e mezza di  sera quando busso nel buio e silenzioso locale invernale. Tutti già a nanna e io cotto come un pero. Mi sveglio a tratti, sento il cuore che batte molto più  veloce, sento voci e persone che partono a orari folli. Gli ultimi partono alle  4:00 quando un paio di cordate di francesi sono già di ritorno per via della  rimaye tres haute. Non so, eppure parto anch'io alle 4:40, inseguo luci  lontane che a tratti non vedo, seguo una traccia che fatico da matti a tenere, le pelli che assolutamente non ne vogliono sapere... intanto la luce inizia a  schiarire il cielo, la Brenva si illumina e io sono sotto la terminale.  Impossibile per me passarla diritta, ma invece molto comoda  completamente a sinistra per poi riattraversare verso il piccolo couloir sulla  destra. Un passo dopo l'altro,...la mente si abitua al silenzio, ascolto passi,  rumori di neve, inseguo luci, profili di montagne, linee di vita, ... la mia passa  di là forse...guadagno metri, lentamente ma in modo costante, mangio  granuli di neve anche, ..il couloir curva sulla destra e in breve arrivo al colle,  ormai prossimo alla Verte. Ritrovo i tre sud-tirolesi e ci salutiamo proprio  sulla sua cima... ... la parte alta è ancora all'ombra, ma ormai voglio andare,  e inizio con timida derapata la discesa...il tempo si ferma un istante, le code  girano, aria che ruota, sci veloci a contrastare questa forza che mi tira verso  il basso... un altro paio e sono nella parte al sole, ma il couloir rimane ripido  e ogni curva si prende parecchia velocità. Ormai sono alla strettoia del  canale secondario. Scavo una piazzola e scendo a piedi per una  cinquantina di metri. Ormai ci sono, rimetto gli sci passo la terminale, e  guardo lassù... la canzone sta terminando, il disco dei Coldplay è finito. Monte PASQUALE  3520m Canale Nord-Ovest - disliv. canale 600 m; - difficoltà 5.1 E2, 50° per 150 m, 45° per  450m   Già il Pasquale, ieri 1 novembre,..... la moto risponde bene ora, il bicilindrico  se la cava egregiamente, entro bene in curva tengo un po' di gas e vai, una  curva dopo l'altra, ad attraversare questo Appennino ripulito da una potente  tramontana, esplosione di luci, foglie che cadono, colori in movimento,  ...bello andare in cantiere in montagna...ma la mente va e torna a ieri, già,  proprio grazie alle note di Ale 80 (che ringrazio vivamente), son tornato sul  Pasquale percorrendo esattamente il suo tracciato, che tra l'altro mi  interessava proprio scendere. Siamo io e Mirco, lui senza sci, a percorrere  questo bel vallone di prima mattina. Tante nubi in alto e nessuno in giro. I  pensieri ci accompagnano mentre faticosamente arranchiamo lungo la  morena che conduce al ghiacciaietto sotto la parete. In breve siamo nel  canale, un passo dopo l'altro, fuori la picca, bastone nell'altra mano, cerco di ascoltare questo tempo per poterlo meglio comprendere. Se non altro  prendo un buon ritmo, che mi consente di sovrapporre strati d'aria, di  guadagnare cielo. Ritorno alle sensazione di un tempo che mancava da un  pò, melodie di passi, rumori di vento, neve in pendenza. In breve arrivo alla  parte terminale dove la pendenza aumenta e si è formata una crosta non  bellissima se non altro per scendere, ma procedo, Mirco un po' in dietro,  forzo l'andatura e sbuco in cima, su questa specie di cresta affacciata sulle  belle cime e vallate del Cevedale. Il tempo non è bello, tira vento, mi cambio  in fretta, bevo, ingollo un tegolino scaduto e via giù per il pendio. Provo a  trovare gli equilibri, sensazioni, centralità, cerco di capire la neve, ...una  curva, un'altra sono nel tratto più impegnativo, 5 m a lato di Mirco che mi  dice che riscende a piedi. Allora un'altra curva, la crosticina si rompe, ma il  fondo tiene bene, e allora via, a ritrovare spazi lasciati...il resto sono  splendide curvette in uno splendido canale che purtroppo termina presto. Mi fermo, guardo in alto e attendo Mirco che tranquillamente se la riscende  faccia a monte. Ciao Pasquale... ARGENTERA  - CANALE DI LOUROSA 3209m Canale NORD - Dislivello canale 600 m - quota part. 1300m termine strada val Borgazzo  - difficoltà 5.2 E2 - 50° per 200m 45° per 400 m  - Note: Bellissimo Itinerario di canale, piuttosto impegnativo con inizio stretto e  buona pendenza Si sale direttamente al colle Freschield poco sotto le cime principali  dell'Argentera. Fondamentali come sempre le condizioni: neve ammorbidita dal sole o  polvere sono vivamente consigliate, con neve dura la musica cambia.  MONVISO  3841m   Parete Nord - canale Coolidge - disliv. canale 1000 m; - quota part. 2100m termine strada Albergo dei Forni - difficoltà 5.3 E3, 50° per 400 m e 45° per 400m alcuni tratti alpinistici  - Note: Splendida cima e canale pazzesco che si incunea nelle pieghe del  Monviso lungo la parete nord. Va ripetuto con buon innevamento e isoterma bassa. Vi  sono almeno due risalti caratterizzati da passaggi di misto o brevi goulotte di ghiaccio.  La discesa è tecnica e laboriosa ma con pendenze non eccessive Coolidge... già il nome ricorda qualcosa di lontano, un viaggio forse,  un'avventura, a me ricorda il Monviso, la spina dorsale di questo bel gigante  di pietra, ed è tramite questa nervatura più che canale che voglio salire.  Sono le 14,00 di un sabato di Novembre, mare di nubi là in fondo, la pianura non si vede, solo cime picchi e creste verso un cielo azzurro la cui tinta  volge già verso la sera. Mi fermo. Sono a un centinaio di metri da dove il  canale termina poco sotto le rocce della cima, dove tra l'altro bisognerebbe  salire un diedrino sulla destra per poi accedere al breve pendio di vetta. Il  canale qui è stretto e con una piccola strozzatura riscende sulla corda  molla. Metto gli sci e in breve posso fare la prima curva sopra la corda  molla, la neve è dura, ma mantiene un buon grip. Arrivo alla strozzatura  sopra il pensile. In qualche modo metto i ramponi e scendo 4m di camino  verglassato per fortuna un pò appoggiato. Ora via altre curve e passo il  pensile. Mi fermo sento voci lontane, ma non vedo nessuno. Metto di nuovo  i ramponi e scendo 50 m di canalino stretto ghiacciato, ma facile fino al vero  salto rognoso, che già in salita aveva richiesto un discreto ravanamento.  Sono 3 m verticali con poco ghiaccio e roccia lisciosetta. Comunque vado,  di nuovo gli sci e via, salto un'altra piccola strozzatura ( per poco non  distruggo uno sci) e arrivo all'ultima srampicata facile. Ora è davvero finita.  Sono ormai nella nebbia, veloce scendo l'ultimo pendio sopra il lago e  proseguo a piedi verso pian della regina, stanco davvero.  Complessivamente tecnico e impegnativo più per i tratti alpinistici (per altro  brevi…per fortuna) che per la difficoltà sciistica. Un consiglio: farlo quando  fà freddo davvero; non auguro a nessuno di essere lì in mezzo quando le  rocce sommitali sono al sole o quando non gela bene   FLETCHORN 3997m Parete Nord - via dei Viennesi  - disliv. parete 800 m; - quota part. 1900m  termine strada forestale Simplon-Eggen - difficoltà 5.2 E2, 50° per 200 m e 40-45° per 600m   - Note: Passando dal Sempione non si può far altro che ammirare il bellissimo  Fletschorn con lo scivolo della nord. Il pendio è largo e con pendenze non eccessive  per cui si presta ottimamente a una spalndida escursione con gli sci: Rimane  comunque un pendio con pendenze sui 50° in cui le condizioni della neve come sempre contribuiscono in modo determinante sulle difficoltà ed il grado di sicurezza. Un'altra sosta, mi appoggio alla neve, gli attrezzi affondati nella neve  polverosa, il respiro veloce, dai ancora 100m ed esci sulla cresta. Ho  scavato un'autentica trincea lungo questo fantastico scivolo e ormai ci sono.  Raggiungo la cresta dopo un'altra 1/2ora lunghissima e in altri 20' arrivo in  cima al Fletschorn. E' bellissimo, i colori le cime del Vallese, il Lagginhorn la  Weissmiss la Lenzspitze e altre intorno. Nemmeno un filo di vento, silenzio  grande intorno, solo colori spazi e cielo. Stringo gli scarponi, metto gli sci e  giù per la cresta all'imbocco della Nord. Mi fermo un attimo e poi via giù per  il pendio, qui in alto vicino ai 55° ma con neve davvero da favola, ogni curva  scendo parecchio ma 50-60 cm di polvere ben attaccata al fondo danno  sicurezza e soprattutto regalano una discesa bellissima. Il pendio  diminuisce progressivamente l'inclinazione e allora via veloce, leggero,  piccole nuvole di polvere e sono in fondo, il ghiacciaio, risalgo al bivacco e  via verso casa. Le condizioni sono davvero ottime specie per scendere, ma  risulta veramente impegnativa dal punto di vista fisico. LES COURTES 3897m Couloir Nord Est - disliv. canale 800 m; - quota part. 3200m  funivia Grand Montets  - difficoltà 5.2 E2, 50° per 200 m e 40-45° per 600m   - Note: Canale ormai classico e ripetuto in questo fantastico vallone glaciale. Il  prezzo da pagare è una terminale a volte salata e la necessità di partire molto presto se  l'isoterma è alta. La discesa è molto bella e ideale per lo sci di canale. Le pareti mi  accolgono   Cima TOSA  3121m Canalone Neri - disliv. canale 900 m; - quota part. 1513m  da Vallesinella (Pinzolo)   - difficoltà 5.2 E3, 50° per 200 m, 45-50° per  600m 50m con ghiaccio a 55-60°   - Note: Canale fantastico e diretto alla più alta cima del Brenta, con difficoltà  tecniche concentrate al superamento del ginocchio e con lunghezza comunque  ragguardevole. E così va la vita...me ne sto scendendo nel bosco da solo, nessuno in giro,  arrivano anche le prime gocce di pioggia, il profumo intenso degli abeti,  anche se sono parecchio stanco in verità; ma ecco la macchina  finalmente,...che strano è aperta, e sì che ricordo di averla chiusa...ma  porca putt... grandissimi bastardi, fottuto il portafoglio con documenti ecc. e  poveri 30-40 euri...così completo la gita alla stazione dei carabinieri a  Carisolo. Così va la vita...... Appoggio la testa un attimo alla picca, sento il  battito del cuore, frequente, ritmico, chiudo gli occhi un istante e quando li  riapro mi sembra di aver sognato..oddio dove sono?! mancano 100 m  all'uscita, ormai ci sono, 200 passi, inizio a contare...un'ultima sosta ancora  100... Al 178°passo sento la luce filtrare tra frange di nubi e finalmente mi  siedo di fianco alla Madonnina vicino alla vetta. Che bello quassù, ricordo di  12 anni fa, un'alba all'inizio di luglio...già il tempo... Nessuno in giro; l'ho  tracciato completamente visti i 10-20 cm di fresca, anche si intuiva una  vecchia traccia, e ora sono abbastanza cotto: la lunghissima val Brenta, il  canale, il ginocchio, ma grazie alle nubi alte e sottili tutto è tranquillo nel  canale, ed è meno tetro di altre volte. Aggancio gli scarponi, metto gli sci e  via ..dentro il canale. La neve è bella, ma un po' delicata, parte in piccole  lastre di pochi centimetri, che però richiedono un sciata controllata per non  farsi sbilanciare. Prima della diramazione il canale acquista pendenza, 50°,  per poi appoggiarsi appena..grandi curve allora, e via veloce verso  quell'enorme balcone che sbarra la parte bassa. Due soluzioni: o scendo a  sinistra una lingua di neve in precario equilibrio sul vetroghiaccio per poi  traversare 10 m orizzontali su ghiaccio vivo a 60-65°, oppure giù per lo  strettissimo canalino (40-50cm) sul lato destro dove peraltro son salito. Il  canalino ovviamente, e con quella poca neve fresca che lo ricopre non è  nemmeno così proibitivo, sebbene richieda comunque attenzione. Rimetto  gli sci e giù a lato del seracco, veloce arrivo ai marcioni della val Brenta, il  resto è un gran spingere e cercare di scivolare. Saluti...la traccia è fatta ORTLES  3902m   Parete sud-est - diretta Minnigerode - disliv. canale 800 m; - quota part. 1900m  funivia Solda  - difficoltà 5.2 E2, 55-50° per 100 m, 45-50° per  600m   - Note: Canale fantastico e direttissimo alla vetta dell'Ortles, con pendenza  abbastanza costante. Gli occhi mi bruciano un pochino ora, sarà la stanchezza, sarà il sonno, sarà il cielo grande di lassù. Era tanto che volevo salire e possibilmente scendere questo canale che spara diritto in vetta e allora cogli l'attimo: levataccia  indicibile, 400km di auto e un matto come me (leggasi Luca Valenti) che mi  fa compagnia. Sono quasi le 5, e la frontale non serve, si mettono gli sci e  inzia la lunga risalita passando per il Rifugio Coston fino alla terminale.  Nessuno in giro, silenzio di attesa, colori da riempire, rumori da  svegliare…sogni da svegliare. Luca sale con me, a volte a fianco a volte  dietro. Nessuno dice niente. Tempo sospeso, a voler ascoltare ogni minimo  sussurro della neve. Passiamo la terminale....e lassù vediamo qualcuno: un  tizio (teutonico naturalmente) che sta scendendo dalla cima per il canale  alle 7 di mattina, naturalmente essendosi sciroppato la nord in solitaria  come colazione(che tra l'altro ora pare in alto lucida e levigata come un  biliardino). Buon per lui. La traccia, se pur in discesa, agevola, per cui ora  via, salire il più veloce possibile. Vito che il sole ormai bacia la vetta  dell'Ortles. E allora non resta che seguire la perpendicolare dalla croce e  pompare aria ai polmoni...migliaia di passi, e canzoni nel cielo….finalmente  piatto, l'orizzonte si adagia e si apre luce grande intorno....non c'è bisogno  di nient'altro, qualcosa finisce forse...oppure si ferma un istante. Il resto è  mettere gli sci e cercare di assecondare il pendio, leggere la neve, 20cm di  farina su fondo duro, non male, e poi giù veloci a casa, gli impegni,  lavoro...Boh...eppure sento gli occhi che bruciano...   Presanella 3558m Scivolo Nord  - disliv. canale 500 m; - quota part. 2300m funivia Forte pozzi alti Stavel  - difficoltà II  5.3 E2, max 55°  Gradito ritorno alla Presanella venerdì 11 giugno, questa volta per il  bellissimo scivolo nord. Partito alle 6,00 dal forte Pozzi Alti, con temperatura  decisamente frizzante arrivo in vetta alle 9,40 con due tedeschi. Sole  magnifico, calma di vento e gran panorama, silenzio grande intorno...ma  sono un pò teso, so cosa vorrei fare e allora mi preparo stringo bene gli  scarponi, fisso la picca a un bastone e un'altra all'imbracatura...e via  comincio a scendere per il dosso nevoso fra la nord e la est e in breve arrivo vicino alle prime rocce... sotto di me il grande scivolo. Devo traversare  decisamente a sinistra verso la dorsale rocciosa per evitare una zona con  ghiaccio seminascosto da pochi cm di neve...traverso veloce ed ecco neve  compatta ...la prima curva e poi via la seconda su questo vuoto grande, 55°  con neve compatta un poco ammorbidita dal sole delle 10,00; un ultimo  ostacolo in prox di un affioramento roccioso dove comunque riesco ad  evitare alcuni tratti ghiacciati...finalmente sono in fondo, traverso  verso  sinistra e passo la terminale, ancora alcune curve e mi fermo...Un sospiro,  montagna di luce, 15 minuti per percorrerne il fianco e rendere grazie,  sorriso lontano, una preghiera. P.S. davvero molto impegnativa (almeno per me), anche se in condizioni  abbastanza buone con unici tratti ghiacciati in alto, da evitare  accuratamente, pendenza 55° per almeno 150-200m ed il resto mai sotto i  50° tranne presso la terminale   Lyskamm Orientale Neve da tracciare Così, vuoi per il caldo caniculer, vuoi per la demenza in veloce avanzata,  telephon alla Margarita e mi dicono che l'hanno salito ieri. ....  sono quasi le  14 ...via verso Gressoney pigliando l'ultima per quel postaccio (mi perdonino gli amanti del luogo) dei Salati e via ancora per quegli sfasciumi detritici fra  rumori di escavatori e quant'altro, nel nebbione infimo da far invidia alla  nostra amata padania. Arrivo bello cotto al Balmenhorn, con nessuno in  giro. Mangio e mi corico,...ascoltando il vento forte che porta altre nubi e  affolla pensieri nella mia povera testa rimbombata da un cuore che proprio  non ne vuole sapere di calmarsi. Dormo forse due ore e alle 4 fuori è tutto  pulito: me tocca annà. Alle 5.20 sono alla terminale che fa davvero paura.  Annullo il mio peso, striscio e passo. migliaia di scalini, neve dura, il  ghiaccio vicino ma non troppo. Salgo, salgo, via veloce uscendo  direttamente per un canalino che monta in cima alla nervatura e porta dritto  in vetta. Due tedeschi mi salutano, parliamo un pò. Sono le 7,30. Clack, clack. Sospiri lontani. Entro nel canale. Laggiù il Grenz.  Lamine vogliono accompagnare la mia vita. Ogni curva è una mia risposta.  In breve sono oltre la nervatura e ormai alla terminale: mi fermo un attimo e  .. gli sci volano insieme a me sopra a quel labbro strapiombante atterro, mi  sbilancio, ma non cado, altre curve e sono là in fondo. un viaggio che è già  passato, ... ricordi scritti negli occhi. Ma non c'è + tempo, meglio che  lavori.... Saluti e buone gite  Viaggi, rinunce, ritorni...Weisshorn  ... capita di immaginare un viaggio, percorrerlo già mentalmente, un  percorso di sogni, provare le sensazioni, l'essere lontani,... capita poi di  andarci, più volte anche, e di tornarci, forse pianificando male forse  valutando non correttamente le varie informazioni. Già, capita... Per la terza  volta sono vicino anzi, questa volta proprio sotto, a questo grande pendio,  sono alla terminale sotto un muro strapiombante e distante di almeno 4-5  metri, con unico sottospecie di collegamento costituito da una vaga rampa  all'estrema sinistra peraltro tagliata da una perfetta fenditura zigzagante che  lascia ben intendere quale che sia la solidità. Non mi serve molto per girarmi  e scendere verso il plateau... non senza ravanare verso l'attacco dell'altra  remotissima possibilità di salita, la via Quagliotto. sprofondando fino al  ginocchio in crostoni immondi capisco da vicino che praticamente non c'è  altro che un budello di rocce ricoperto dalla neve dei temporali di ieri e  terminale orrenda, ... Il viaggio è iniziato in mezzo ai fulmini e tempesta,  attendendo la fine del primo temporale e cercando di evitarne altri. Eppure  volevo salire, credere di potercela fare, continuare a camminare per un  tempo indefinito, vagare nel grande ghiacciaio avvolto dalle nebbie e ancora scrosci e poi neve, fitta, pallini gelati nel grigio uniforme, e poi il vento che  con calma lascia intravvedere il valico. Sono ormai le 10 di sera quando  inizio a scendere nel plateau, percorro un centinaio di metri e inizio a  montare la tenda in mezzo a folate di vento e nuvoloni e brontolii ovunque,  in pochi minuti sono dentro, tremando da matti e cercando di cambiarmi  velocemente, ..respiro forte anche, sono davvero stanco, mangio qualcosa e poi cerco di riposare, mentre fuori arriva altra neve, fulmini lontani, ma non  mi interessa, voglio solo riposare, sento anch un paio di crolli dalla parete.  Chiaro che le possibilità sono meno di zero, eppure alle 4 esco, qualche  stella e ancora molte nubi, e mi avvio fino alla terminale. Il resto è il ritorno,  e grande grandissima stanchezza anche senza essere saliti in cima. Ciao  Weisshorn. Non so se tornerò. Mezze stagioni ...rallento un attimo, il fiato corto, la pelle sudata, il profumo del mare,...sto  correndo verso monte Moneglia, un luogo a me caro, spesso raggiunto fin  da quando mi allenavo in Mtb nel 94,95 o giù di lì... il sole riflette nel mare e  si amplifica quassù accompagnato da una brezza tipida ricca di bei profumi.  Sono in cima, mi fermo un attimo guardo intorno e poi scendo, ... non riesco  più ritovare queste immagini nella memoria, ricordo pinete fitte, felci e  arbusti, macchia mediterranea...mi fermo su una dorsale splendida verso  Sestri levante...e vedo, cimitero di alberi, migliaia di tronchi neri, nudi,  carbonizzati, fino al mare, equesto caldo, la metà di Novembre...e quel mare  fantastico giù in fondo...le immagini che mi si presentano si infrangono con i  miei ricordi... mi viene da pensare, qualcosa da cambiare forse... mi viene in  mente dell'altro giorno, quando ho ceduto alle insistenze di un amico per  farci scarrozzare dai luna park d'alta quota... siamo a 3700 m ma la storia  cambia di poco, le funi avvolgono i pianori, cingono profili di montagne, solo  un panorama bellissimo. Non verrò mai più a farmi trascinare da queste funi, faccio fatica a capire, e intanto continuo a pensare.....forse ...qualcosa che  non va?!... come piccole fitte, o meglio un dolore sordo e sottile.. continuo a  pensare anche tornando a casa, ..e però noto la contentezza del mio  amico...Non so..   Breithorn nella morsa (foto) Cervino .... resisti (foto) Nord Breithorn.... w la glace (foto) Gran Paradiso settore NO Canale l'archetto quota di partenza (m): 1835  quota vetta (m): 3870  dislivello complessivo (m): 2035 difficoltà: I :: 5.1 :: E3  esposizione preval. in discesa: Nord-Ovest località partenza: Pravieux (Valsavarenche, AO)   A 100 m dal seracco su vetro-cristallo rivestito di pochi cm di neve decido di  riscendere e deviare per questo bel canale. Minore pendenza, neve ideale,  ma tempo da bufera con nuvolene fantozziano che invece di dissolversi  rinno va la sua energia e mi scarica in cresta una simpatica condizione  patagonica. Scendo subito e la neve è davvero una libidine. In breve sono  alla fine del ghiaccio. Non è come la vera nord , ma è un buon ripiego Piccolo Monte Bianco   Couloir NE, Bonatti  Gran bella gita! Salito la sera al bivacco Rainetto con neve dai 2700 e partito l'indomani  alle 5,40 per arrivare in vetta all'Aiguille de Trelatete alle 8,00; discesa direttamente  dalla vetta su firn fantastico con buona pendenza, 40-45° per 300m, e raggiungo  l'imbocco del couloir NE alle 8,40. Primi 50 m in stretto canalino fra rocce affioranti e  poi largo splendido canale con ottimo firn e pendenza fra i 50° max in alto e 40-45° in  basso, fino al salto della terminale sul lato sinistro alle 9,00. Salimmo (Cima di)   Canale Faustinelli  Buon rigelo e agevole risalita del canale, che però nella parte alta si presentava con  neve davvero parecchio dura. Raggiunta la cima sono ridisceso alla forcella iniziando a  scendere alle 10: primi 15-20m a piedi per rocioni affioranti, poi scavo piazzola, veloce  cambio ramponi-sci, e via su questa lastra gelata ancora in ombra ahimè...prima  curvetta, un pò di derapage e poi via, la neve migliora e in breve si è su bei pendii  ideali. Davvero bello e consigliabile, magari con una spolverata di fresca Racconti Filippo Sodano Ingegnere, scout, ciclista e scialpinista  eccezionale, papà di tre bimbi, Filippo  metteva l’anima in tutto quello che faceva.  Ci ha lasciati nell’agosto del 2007 sulla  Nord dell'Aiguille d'Argentière.  In questa pagina vrngono riportate tutte  relazioni di sci ripido da lui scritte per la  rivista del CAI di Parma “l’Orsaro” e per  diversi forum. Queste non sono solo  decrizioni di itinerarii di elevata difficoltà  tecnica, ma frammenti di vita, incredibili  emozioni trasmesse con una semplicità e  una forza che tocca tutti noi nel profondo.  La Parete Nord del Lenzspitze  La parete Est del Rosa, considerata la più grande  parete delle Alpi con i suoi 2400m di dislivello in cui  scende il canalone Marinelli (per pochi)  Splendida vista del Monte Bianco dalla cima   dell’ Aiguille Vert  Il coulor Whymper alla Aiguille Vert visto dal basso  Monte Pasquale canale nord-ovest  Argentera - Canale di Lourosa  Monviso Parete Nord - Canale Coolidge  Fletchorn - Parete Nord  Les Courtes - Couloir Nord Est  Canalone Neri alla Cima Tosa  Luca Valenti lungo la traccia di salita all’Ortles  La croce di vetta dell’Ortles  Diretta Minnigerode all’Ortles  Il caratteristico scivolo Nord della Presanella  nella foto sulla sinistra  L’imponente Parete Nord del Lyskamm   Nuvole sul Weisshorn   La Terminale del Weisshorn   Breithorn nella morsa   Cervino...resisti   Nord Breithorn... w la glace   Parete Nord Gran Paradiso